venerdì 20 gennaio 2012

Spleen.

Cosa c'è più frustrante di fare un dottorato? Fare un dottorato che non ti appassiona in un gruppo mediocre.
Ed è difficile che qualcosa non mi appassioni.
Un progetto in cui nemmeno tu credi più, due anni di lavoro in due grafici che dicono sempre la stessa cosa.
Fail.
Fail. Fail.


E a Calimero, che sembra essere nonostante tutto una persona con cui è piacevole passare il tempo non lavorativo, viene steso un banchetto appetitoso. Sarà una strada difficile, complessa, questo è certo. Ma è un progetto logico, concreto, matematico, avvincente. Appassionante.


Ma dato che più frustrante di un dottorato non appassionante, c'è sicuramente il continuare non trovare lavoro, a vivere con i propri mater e pater familiae, continuare a vivere nella stessa città con rapporti sclerotizzati e rinsecchiti dall'abitudine, etc etc etc estaré callada, y nada mas.
Perchè almeno qui le apocalissi relazionali sono state ridimensionate, il ruolo di figlia abbattuto, il senso di inutilità e di assenza di futuro posticipati.
Cose che per mia attitudine sarebbero altrimenti rimaste irrisolte.


Anche se a volte diventa fortissimo il bisogno di un amico che conosca anche la vecchia me, la mia vera fragile me, che non sia FrenchBoy che non è ovviamente la persona più adatta ad ascoltare le mie crisi spleen, che non sia per skype, che lì fa freddo.

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