martedì 26 giugno 2012

Bianco latte.

Sembra che Cecità mi abbia scavato dentro una nuova sensibilità. Mi infastidisce lo sporco, il disordine, l'intolleranza e la sopraffazione. Non che prima andassi a pranzo con piacere con tutte queste cose, ma ora ne sono diventata totalmente insofferente. 


E così da Polly Anna dei poveri quale ero adesso sembra che giri per l'atmosfera di qui con l'eritema solare, e ogni soffio di vento mi fa urlare sommessamente.


Immagino si veda da questo un buon scrittore. Nessuna frase-citazione da copiaincollare sul primo social network. Nessuna vecchia e stantia massima di vita da ripetere e ripetersi. 
Qualcosa di nuovo. Qualcosa che ti fa chiudere il libro dallo schifo con il pensiero martellante in testa di non voler tornare mai più, mai più, mai più ad aprirlo. E alla fine lo riapri, una volta respirata aria fresca e lasciato decantare per un po' quel pensiero. 
Quando un grumo di parole estremamente semplici mi condizionano la giornata, sanno cambiarne l'umore, riescono da semplici pezzi di carta a convertirsi in un cambiamento nel mio atteggiamento, capisco che leggere quel libro ne vale la pena, e si può e si deve sopportare l'imponente invasione nella sfera privata.

mercoledì 4 aprile 2012

Stay Calm and Carry On. And Keep Shut!

C'è questa storia che sa un po' di cimitero dei libri dimenticati,
un po' di questo:




Oggetto di una recente fissazione di facebook, ma nasce più di cinquanta anni fà.
Parla di un manifesto colorato con una manciata di parole sopra, ritrovato in una scatola di uno dei più grandi negozi britannici di libri second hand. : Barter Books. Parla di resistenza, una resistenza immagino molto diversa da quella partigiana, azione, fango, messaggeri, rivendicazioni... Una resistenza britannica, state su col morale, non cediamo davanti ai bombardamenti. La immagino così. E di conseguenza, i manifesti colorati.


E poi ce n'è un'altra. Sempre di resistenza. Abbiamo la fissa della seconda guerra mondiale qui. E' un giorno così.
E' un libro, comprato in fase nostalgica di letture impegnate da superiori. Quel tipo di libro che ti senti un sacco figo a leggere, e che sa di matita sulla carta, di appunti ed elucubrazioni mentali per cercare di capire perchè quel libro tanto noioso è diventato così importante, quale ragionamento macchiavellico ci stia dietro, che segreto nasconda, e un paio di sonore cazzate da scrivere nella recensione a fine mese, per far capire che l'hai capito quel ragionamento, che il segreto l'hai scoperto, alla fine. Un libro alla -Cuore di Tenebra- o -Il partigiano Jonny- (sì, siamo in fissa con la resistenza, decisamente) o -I Malavoglia-.


Questo libro è diventato simbolo della resistenza francese contro l'invasione tedesca. E dato che più che di libro si dovrebbe parlare di fascicolo, opuscolo, piccola risma di fogli, meno di cinquanta pagine scritte a grandezza "libricino da bambini sotto i dieci anni".. la cosa mi ha convinto.
Si chiama - Il silenzio del mare- scritto da Vercors (pseudonimo di Jean Bruller).
Nella recensione avrei scritto che il libro è sorprendente, perchè l'invasore non ha i connotati tipici del malvagio, perfido, rude e volgare nemico. L'invasore è una persona educata, rispettosa, appassionata e innamorata della cultura. E per questo la resistenza della ragazza e di suo nonno, quel silenzio imperturbabile, risulta pesante, quasi esagerata. Ma (finale ad effetto) il mare non si può corrompere, e così nemmeno la protesta integerrima dei francesi.
Se volete fare i fighi anche voi...

venerdì 30 marzo 2012

Bolle di sapone.

Passano settimane come bolle di sapone. Niente che vuoi ricordare, niente che vuoi comunicare. Hai voglia solo di stare immobile per non farti male. Succedono infinite cose e ripetutamente non sei dove vorresti, non vivi quello che desideri.
I pensieri di arroganti e spavaldi ancora ti paralizzano.
Ti vergogni delle tue stupide lacrime quando lei si racconta e vieni a sapere quanto può essere profondo lo sconforto, e ancora ci pensi, a lei che non vorrebbe nemmeno piangere perchè è allergica alle sue lacrime.


Chiave nella borsa, nella mani. Chiave nella toppa. Silenzio. Hanno portato una ventata di famiglia, di affetto e risate all'italiana. E vorresti tanto poter tornare a casa, anche se poi sai perfettamente che da quella città e da quella casa sei scappata. Che lì ti mancava l'aria.

mercoledì 15 febbraio 2012

Lovebite AKA chupetón

Il dentista sfoggia nell'ora di pranzo un succhiotto non indifferente sul collo.
Un bel tatuaggino color melanzana.


Vedo lei che sfrigola sulla seggiola, sembra un termosifone appena acceso. Non riesce mai a stare zitta, a evitare di dire la sua in modo diretto e sfacciato.
E eccola che si lancia. La voce è quella della Littizzetto quando parla con Eminenza.


Certo che avresti potuto almeno coprirlo!


Lui bonario sogghigna.
Si alza in piedi, e battendosi sul petto come un orango dice: "Esto cuerpo tiene dueña!" (Trad. Questo corpo ha una padrona!).


Non avrei potuto rispondere meglio alla malfollada (non si può tradurre) acidella, la quale si è subito stizzita.

giovedì 9 febbraio 2012

Savianos.

BCN negra ospita Saviano.
Io fuori dal mondo nemmeno lo sapevo, un amico mi manda un messaggio nel pomeriggio, ma destino vuole che io debba uscire dal laboratorio alle 23, quando l'evento è insolitamente fissato alle 19, una novità qui in Spagna, che a quest'ora ancora pensa di essere a metà pomeriggio...


Almeno riesco a trovare questo: http://cultura.elpais.com/cultura/2012/02/07/actualidad/1328643024_331518.html


Il video è in Italiano, sub in spagnolo.
Sto meditando se comprare il libro (che ancora su Amazon non c'è, catzommerda).

mercoledì 8 febbraio 2012

Stupidity

se poi provo a fare spinning e la cosa che mi blocca di più non sono i pedali, ma il mio colosso gluteico in mondovisione per le retrovie... something goes wrong!

martedì 31 gennaio 2012

Bo!

quando me ne sono andata la cercavo nelle foto su internet qualche somiglianza nella mia nuova città le sue piastrelline multicolori congelate sotto i portici i portici i portici il rosso predominante i sanpietrini i ricordi disseminati in ogni angolo impolverato e sporco nei parchi fontane cioccolata la magia dei libri fin da quando ero un folletto da giannino stoppani un bosco incantato di pagine colorate infinite scaffali a perdita d'occhio i film nei cinema minuscoli del centro perchè i multisala non ci piacciono le vasche in piazzola i colli sconfinati e che sanno di carne alla brace in ogni giorno estivo gli edifici maestosi e dismessi rovinati che protestano gridando fino a staccarsi le tonsille per l'assenza di soldi le visite nei sotterranei lungo l'aposa a ritmo di violino e chitarra che dicono abbiano ispirato dante la torre prendiparte e le vie che sono solchi indimenticabili si stagliano sotto di te sotto una nuova angolazione e casa mia in mezzo ai campi con i tramonti perseguitati da fotografie infinite mille toni di arancio rosso viola dietro alle spighe di grano e ai girasoli e la mia vita con radici così profonde, troppo profonde, in quel giardino.


Poi quando torni, gradualmente, scompare la magia, prevale lo sporco e la vergogna per lo stato di abbandono in cui versa.

Ma l'emozione rimane, il senso di profonda appartenenza si mantiene.

E un po' di nostalgia.


Timelapse in one week @ Bologna (Italy) 2011. *3114 Shots taken with Nikon D7000 and Lens 18-200DX + 50mm E series.

e anche questa vale al pena, anche se un po' troppo zuccherata..


giovedì 26 gennaio 2012

Calde farfalle.

Vertigine e farfalle
Quando
La mia capa tocca con le labbra
La mia fronte
Per sapere se ho la febbre.

venerdì 20 gennaio 2012

Spleen.

Cosa c'è più frustrante di fare un dottorato? Fare un dottorato che non ti appassiona in un gruppo mediocre.
Ed è difficile che qualcosa non mi appassioni.
Un progetto in cui nemmeno tu credi più, due anni di lavoro in due grafici che dicono sempre la stessa cosa.
Fail.
Fail. Fail.


E a Calimero, che sembra essere nonostante tutto una persona con cui è piacevole passare il tempo non lavorativo, viene steso un banchetto appetitoso. Sarà una strada difficile, complessa, questo è certo. Ma è un progetto logico, concreto, matematico, avvincente. Appassionante.


Ma dato che più frustrante di un dottorato non appassionante, c'è sicuramente il continuare non trovare lavoro, a vivere con i propri mater e pater familiae, continuare a vivere nella stessa città con rapporti sclerotizzati e rinsecchiti dall'abitudine, etc etc etc estaré callada, y nada mas.
Perchè almeno qui le apocalissi relazionali sono state ridimensionate, il ruolo di figlia abbattuto, il senso di inutilità e di assenza di futuro posticipati.
Cose che per mia attitudine sarebbero altrimenti rimaste irrisolte.


Anche se a volte diventa fortissimo il bisogno di un amico che conosca anche la vecchia me, la mia vera fragile me, che non sia FrenchBoy che non è ovviamente la persona più adatta ad ascoltare le mie crisi spleen, che non sia per skype, che lì fa freddo.

giovedì 19 gennaio 2012

360 Degree Project: ballet - video

Rimescolamento davanti a fotografia e danza.


Photographer Ryan Enn Hughes uses video wizardry – and 48 cameras – to capture students at the National Ballet School of Canada in full flight
http://www.guardian.co.uk/stage/video/2012/jan/19/ballet-360-project-video


Ci sono volte poi in cui non basta l'ottima qualità video, bella musica, location emozionante...
E altre volte in cui sono certa l'emozione arriverebbe ugualmente, anche se il video fosse con 10 pixel.

domenica 15 gennaio 2012

Booooooom! Twice.

“The Death of Marat” remake by Christian Strevy.
“The Death of Marat” by Jacques-Louis David.


“Ophelia” remake by Elena Ayllon.
“Ophelia” by John Everett Millais.


“Ohhh…Alright…” remake by Emily Kiel.
“Ohhh…Alright…” by Roy Lichtenstein.


“Arachne” remake by Eugenia Blanc.
“Arachne” by Diego Velazquez.


 “Woman with a guitar” remake by Niklas Enhag.
“Woman with a guitar” by Georges Braque.


“The Lovers” remake by Paulo Mota.
“The Lovers” by Magritte.


“Boy with a basket of fruit” remake by Guido Ricci.
“Boy with a basket of fruit” by Caravaggio.


“Day After” remake by Nela Klicek.
“Day After” by Munch.

Booooooom!

Il progetto "Remake" lanciato dal sito booooooom.com. Bellissimo. I miei preferiti qua (parte1).

“Composition With Red, Blue and Yellow” remake by Katie Jackson.
“Composition With Red, Blue and Yellow” by Mondrian.


“Le Désespéré” remake by Stefano Telloni.
“Le Désespéré” by Gustave Courbet.


“Pot Pourri” remake by Tania Brassesco and Lazlo Passi Norberto.
“Pot Pourri” by Herbert James Draper.


“Portrait of the Actress Jeanne Samary” remake by Marianna Oboeva.
“Portrait of the Actress Jeanne Samary” by Renoir.


“Bedroom in Arles” remake by Joshua Louis Simon.
“Bedroom in Arles” by Van Gogh.


“Portrait of Sylvia Von Harden” remake by Stephan Hoffman & SoYeon Kim.
“Portrait of Sylvia Von Harden” by Wilhelm Heinrich Otto Dix.


“Lady with an ermine” remake by Jessica Wood.
“Lady with an ermine” by Leonardo da Vinci.


“Self Portrait 1889″ remake by Seth Johnson.
van gogh self portrait painting 1889
“Self Portrait 1889″ by Vincent van Gogh.


“Man in a red turban” remake by Loli Casás Mariño.
“Man in a red turban” by Jan van Eyck.


“Gabrielle d’Estrées et une de ses soeurs” remake by Emile Barret.
“Gabrielle d’Estrées et une de ses soeurs” by Unkown Artist.


“The Girl With The Pearl Earring” remake by Sam Willman.
“The Girl With The Pearl Earring” by Johannes Vermeer.


“Narcissus” remake by Max Zerrahn.
“Narcissus” by Caravaggio.

“American Gothic” remake by Megan Mitchell.
“American Gothic” by Grant Wood.


“The Incredulity of Saint Thomas” remake by Cope Amezcua.
“The Incredulity of Saint Thomas” by Caravaggio.


“Dance” remake by Samantha Madonik.
“Dance” by Matisse.

venerdì 13 gennaio 2012

martedì 10 gennaio 2012

Sono fortune...

A capodanno, a quanto pare, mi si è spento il cervello per un tempo imprecisato, ma per motivi ben definiti. Vodka e Martini hanno effetti incontrollabili sulle mie piccole, insignificanti e fragili sinapsi.
Ergo: appena riaccendo il cervello mi accorgo che il mio orologio e i miei due cellulari hanno deciso di prendersi una vacanza. Senza alcun preavviso. Semplicemente se ne sono andati. Presi sicuramente dalla foga della musica rimbombante hanno dimenticato di lasciarmi anche il più semplice bigliettino di addio.


Orologio un tempo bello-fuori oltre che bello-dentro, ma che ormai stava attaccato con i pezzetti di scotch, e che continuava a essere il mio orologio solo per la sua bellezza interiore. Un regalo da parte di persone preziose.
E i cellulari? Cos'è questa profusione di sudici danari ed esposizione presuntuosa di zozza fortuna? Na. Semplicemente due scarcagnati apparecchi plasticosi dotati di una incredibile capacità di connettersi alla rete telematica di due stati differenti facendomi spendere più soldi al mese di quanto siano costati loro, i suddetti apparecchi.


Quindi, oggetti tanto amati, curati e desiderati, raccogliete tutte le forze rimaste in voi e esplodete in mano a chi vi ha indotto, con buone o cattive promesse, ad uscire dalla mia linda e pinta borsa.


Due Samsung (prima che Samsung facesse Galassie S-X-Y-Z, Tavolini, e Portatili vari) vengono sostituiti da oggetti altrettanto plasticosi, ma decisamente meno Samsung. Così tanto "meno Samsung" che sono di due marche di sconosciuta origine, ma dal nome decisamente esotico. Onda e Huawei (che data la mia lieve dislessia, è diventato immediatamente Hawaii).


E intanto le gnocche di VictoriaSecret con i loro costumi stupendi davvero ci sono andate in mezzo al Pacifico. Bora Bora. Mannaggia a loro. Pur di andare là credo che potrei accettare di diventare anoressico-forme, obbligare la mia pelle ad abbronzarsi e cosa ancor più dura, farmi fare foto in costume.



mercoledì 4 gennaio 2012

Stella

La nebbia è bella appiccicosa, e un po' mi piace. E' un po' come stare sotto la trapunta. Bianco latte. 
Cecità atipica. Così doveva immaginarsela Saramago.


L'aereo decolla e la nebbia non è altro che cotone idrofilo che si è agganciato sulla crosta della terra, impigliandosi sulle asperità, montagne e colline.
Scogli in un mare in quiete.


Caspar David Friedrich
Viandante sul mare di nebbia (via)

Ascoltare l'inglese di hostess e steward è come tornare piccoli, non ci capisci niente.

A volte il bisogno di tornare piccola, spensierata, si fa più forte del solito. Voglia di passare il tempo a giocare con la sabbia e l'acqua in giardino con i miei cugini e mio fratello, avere tempo per tutto e per niente, voglia di frittelle con i fiori di zucca e di una tavola apparecchiata sotto gli alberi di fianco a casa, stare appollaiata sul rusticano per degli interi pomeriggi.


.. da un film stupendo visto ormai troppo tempo fa.